28 febbraio 2014

ARRESTATI!





"E' andato bene il weekend?"
Io e il mio coinquilino ai tempi dell'università non siamo mai stati amici, giocavamo a PES e parlavamo di musica, ma l'amicizia è un'altra cosa. Era venuto a prendermi alla stazione: non lo aveva mai fatto. La stava prendendo molto alla larga.
"Piero, che è successo?"
"Antonè, ti devo dire una cosa..."
Ecco, era già tutto previsto. Poi sputò finalmente il rospo:
"Sono venuti a casa a fare una perquisizione."
"Stai scherzando?"
"No".
"Li mortacci vostri!"
Eh, scusate ma mi venne dal cuore. In casa giravano sostanze illegali, mettiamola così, ma roba pesante da casa non ne è mai passata. Diciamo che avevano il pollice "verde"... Ormai è finito tutto in prescrizione quindi ne parlo con tranquillità; in più non trovarono che briciole. E meno male, anche perchè io non avevo mai preso nulla, dico mai: la mia benzina era l'Aglianico, il rosso di Lucania.
Trovai la mia camera sottosopra e mi girarono come vinili impazziti. Mi ero sempre limitato ai fatti miei, lasciandoli fare, ma addirittura gli sbirri in casa...
Alla fine non mi successe nulla, ma un amico di università - lui sì beccato nella stessa indagine - si fece qualche notte al fresco. Sarebbe stato difficile spiegare ai miei che non c'entravo niente. Ricordo però che, quando andai a vedere quella casa la prima volta, i coinquilini avevano messo le loro "piantine" al sole nella camera sfitta che poi sarebbe diventata la mia. Loro geni a lasciarle in giro, ma mio padre vinse la medaglia d'oro di acume: "Te l'avevo detto che dovevi prendere agraria come loro, quella si che è una facolta che offre respiro sul lavoro." Si, un respiro stupefacente.

                             QUANDO IL ROCK FINISCE DIETRO LE SBARRE

Qualche tempo fa, abbiamo dedicato un lungo articolo agli artisti finiti in gattabuia, ma non era mica finita lì.
Era il 21 aprile 1984 quando i giornali lanciarono la notizia: il rocker Vasco Rossi è stato arrestato. Col tempo, quella storia ha perso per strada i dettagli, finendo quasi per diventare un fatto di gossip, o addirittura un caso di malagiustizia ai danni dell'artista di Zocca. Non è così, bisogna dirlo con franchezza ma senza additare nessuno.
Come racconta un dettagliato articolo di Repubblica dell'epoca, e' l'una di notte, Vasco sta provando l'impianto nuovo al Variety, domenica ha la diretta tv e vuole che tutto sia a posto. Sta sorseggiando un whisky, quando due persone arrivano alle sue spalle. "Lei è Vasco Rossi?" e quando si gira ha già capito tutto: "Vado con questi due amici, ci vediamo tra un pò."
Lo portano in caserma, e durante la perquisizione a casa sua, nel capannone di Casalecchio di Reno, trovano 26grammi di coca: sembra sia ciò che resta di una partita da mezzo chilo che Vasco avrebbe comprato ad Ancona tre mesi prima, scucendo cento milioni di lire, cifra molto elevata per l'epoca.
Finisce quindi nell'indagine che sgomina il traffico di droga che partiva proprio dalla città marchigiana e che riforniva gran parte della Ancona bene.
Vasco non aveva mai fatto mistero dei suoi vizi, ma (se è vero) mezzo chilo è mezzo chilo: finisce in gattabuia per detenzione e cessione di stupefacenti. Va evidenziato però che la cessione era stata di modiche quantità e non a scopo di lucro, come specificò anche la procura di Ancona.
Rimane 22giorni in isolamento (più che altro per separarlo dagli altri detenuti), e fuori tutti si scatenano, dandogli addosso. La stampa lo addita come il peggior esempio possibile per i giovani e l'unico che gli porge una mano è Fabrizio De Andrè, che va a trovarlo in carcere con sua moglie Dori Ghezzi. Mentre tutti se ne tenevano alla larga, lui ci mise la faccia: non ci sono più aggettivi per Faber... Del resto, Vasco non ha ucciso nessuno ma tutto va inquadrato in quell'epoca: erano altri tempi, più bigotti ed ipocriti di adesso.
Nonostante il carcere, il suo pubblico gli resta vicino, fregandosene di tutto: al primo concerto dopo il fattaccio sono in novemila a osannarlo, il primo passo per dimenticare tutto.
Vasco ci ricascherà nel 1988, quando venne fermato in stato di ebbrezza, con un grammo di cocaina, uno sfollagente e una pistola a gas. Non si può certo vivere una "Vita spericolata" con gazzosa e smarties... Insomma, Vasco commise qualche peccatuccio e non c'è mai stata malagiustizia ai suoi danni.


Non si può dire lo stesso riguardo ciò che avvenne a Franco Califano, messo in mezzo in un'indagine di camorra, lui che non c'entrava davvero nulla. Due pentiti - che avrebbero meritato solo tanti calci nei denti - ne inventarono di ogni, tirando nell'inchiesta gente mai vista o incontrata, e che al traffico di droga era assolutamente estranea. Quell'indagine rappresenta una delle pagine nere della giustizia italiana, e rovinò un grande personaggio come Enzo Tortora (che non si sarebbe più ripreso) e portò sul baratro il Califfo. Sarebbe bastato verificare le parole dei pentiti per accorgersi che erano campate in aria e basate su chiacchiere da bar. Califano fu infatti prosciolto, ma in un paese come l'Italia di quegli anni fu una macchia che rimase. Questi sono i problemi della nostra società: vieni additato come mostro e, anche se non hai fatto nulla e vieni scagionato, il dubbio rimane. Perchè?

Mala, malissima giustizia anche nel caso di Roberto Vecchioni, finito nei sogni visionari di un sostituto procuratore della Repubblica. Il cantautore aveva tenuto un concerto a Marsala nel '77 e lì era partito tutto. Un ragazzino affermò che il cantautore gli avesse passato uno spinello a fine concerto. Vecchioni invece sosteneva di avergli risposto "Mi spiace, non fumo." Una montatura, o meglio, aria fritta, e infatti il giovane ritrattò tutto al momento del confronto. Il giudice però in quel caso aveva deciso addirittura per la custodia cautelare e l'artista lombardo rimase al fresco per ben quattro giorni. Questo perchè dovette anche sottostare alle tempistiche del giudice che se ne andò tranquillo in vacanza. Surreale? Paradossale? O pura idiozia? Vecchioni ovviamente fu assolto, dedicando al signor Cassata, l'illuminato giudice, una sua pungente invettiva. Ascoltatevi "Signor Giudice".


Nelle tele della giustizia è finito nel 2001 anche Brian Warner, ovvero Marilyn Manson. Il mandato di arresto fu emesso a seguito per una denuncia per molestie sessuali presentata da un agente di sicurezza. Il controverso artista gli aveva sputato in testa e messo le sue gambe attorno al suo collo, strofinandogli i genitali sulla faccia. Ha evitato i tre mesi di carcere, cavandosela con 4000dollari di multa. Gli è andata bene... Chi il carcere se l'è fatto sul serio è James Brown: arrestato otto volte, è stato condannato in tre casi, godendosi il sole a scacchi per ben cinque anni.
Nel 2003 toccò al caro Billie Joe Armstrong, frontman dei Green Day. Beccato in condizioni non lucide alla guida, i poliziotti hanno ritenuto fosse sotto l'influenza di alcool o droghe e lo hanno condotto alla centrale.
Vedendo la sua faccia, dubito che le forze dell'ordine si fossero inventate tutto... Dopo varie ricadute, si è per fortuna disintossicato nel 2012.

Manson e Armstrong? Due educande al confronto di Wes Scantlin, frontman dei Puddle of Mudd. Il cantante, lanciato da Fred Durst e balzato al successo con "Blurry", ne ha combinate di ogni: liti con una vecchia fidanzata e con la sua ex moglie, guai con le tasse, un tuffo in piscina a Graceland dove non avrebbe potuto, oltre a varie sbronze moleste (sia in volo che durante un live della band finito a schifìo). Per lui parla la pagina Wikipedia, visto che mezza biografia è dedicata alle idiozie combinate: nonostante i 41anni continua a comportarsi come uno stupido adolescente.
Le sue belle beghe giudiziarie le ha avute anche Axl Rose. E' stato arrestato una ventina di volte, passando in carcere anche dei mesi. La sua adolescenza è stata fin troppo turbolenta, ne abbiamo parlato qui tempo fa. Una delle più famose? Era a Stoccolma e di ritorno - alticcio - da una notte brava, ha prima litigato con una donna che lo accompagnava. Ha poi rotto una vetrata e ha anche preso a morsi un addetto alla sicurezza del suo hotel. Di seguito la rissa è proseguita con un paio di poliziotti svedesi che hanno portato il carismatico vocalist dei Guns 'n' Roses al fresco.

L'episodio certamente più noto al grande pubblico è accaduto a inizio 2009. Rihanna deve esibirsi ai Grammy Awards ma tutto salta all'improvviso. Negli stessi momenti, Chris Brown, il suo fidanzato, finisce in carcere e per la libertà scuse 50mila verdoni, mica piselli. Pian piano le ore portano alla luce la drammatica realtà delle cose: Rihanna è stata selvaggiamente picchiata dal suo boyfriend: all'ospedale di Los Angeles, le vengono riscontrati lividi su entrambi i lati del viso, morsi, un labbro rotto e il naso sanguinante. Le foto della giovane popstar girano il mondo e fanno spavento. Una pagina bruttissima.
Chris Brown si accorge di essersi comportato come una bestia e in molti gliela giurano, primo fra tutti Jay Z che afferma di girargli al largo se non vuole fare una brutta fine. Da allora di acqua sotto i ponti ne è fluita parecchia:
"Quella notte è e rimarrà il più grande rimorso della mia vita, il mio più grande errore. Da quella notte ho imparato tanto. Ero molto giovane, mi facevo parecchio. Prima non capivo. Il sostegno di coloro che mi conoscono e dei fan mi hanno fatto uscire da quel tunnel. D'altronde lei mi ama, e cosa posso dire? Sono stato perdonato, ma ho lavorato tanto per arrivarci." Chris Brown
Rihanna ha sempre preso le sue difese, anche quando tutto il mondo avrebbe voluto linciarlo, e per un breve periodo sono anche tornati insieme. Francamente io capisco l'amore, ma di fronte a una tale violenza il comportamento della cantante resta molto discutibile. Tutti sbagliano, per carità, ma devono anche pagare, altrimenti ricascare in certi comportamenti è un attimo...

Anche da noi recentemente c'è stata una storiaccia di ugual tenore. Secondo le accuse, Massimo Di Cataldo avrebbe alzato le mani sulla sua compagna Anna Laura Millacci, procurandole anche un aborto.
Il caso ha fatto scalpore perchè la donna ha subito postato le immagini del suo viso insanguinato su Facebook. Di Cataldo - molto famoso negli anni '90 e poi finito nel dimenticatoio - si è subito difeso dicendo di non aver fatto nulla di tutto ciò. Una schiera di benpensanti gli si è subito scagliata contro, ma ci ha pensato il settimanale Oggi ad accorrere in sua difesa: ha infatti pubblicato una foto della donna ad una festa in quello stesso giorno, felice e senza alcuna tumefazione in viso. Insomma, violenza privata o dissennato atto di follia creato ad arte dalla donna e fatto chissà per quale rancore personale?
Il tempo ha portato alla luce la verità, come racconta anche il Corsera di poche settimane fa: la Millacci si è inventata tutto, dalla prima all'ultima parola, una mitomane. Non oso immaginare cosa voglia dire essere additato come "mostro" e avere il mondo contro. E' davvero troppo facile distruggere una persona...
Passiamo ad altro. Adriano Celentano non è mai stato arrestato, ma si è trovato nel mezzo di una storia curiosa. Siamo a Milano, piazzale Loreto. In un angolo, un tunisino carica la pistola (una Smith & Wesson), si guarda in giro; sembra un malvivente, lo è. Sospira e inspira, poi in apnea fa irruzione in un bar per una rapina, che viene sventata perchè un bambino ha visto tutto e ha subito avvertito le forze dell'ordine. Dopo le prime indagini salta fuori che la pistola era registrata a nome di Adriano Celentano. No, non ce lo vedo il Molleggiato come mandante di una rapina ma è davvero la sua pistola, gli era stata sottratta pochi mesi prima durante un furto a casa. I mille arabeschi del destino.

Droga, botte e brutte storie... Può bastare così! A volte il carcere regala amori e storie delicate, come quella che Lucio Dalla cantò in "La casa in riva al mare". E' una favola che scende leggera come acqua di cascata, rimanendo in eterno in volo. Dalla raccontò i pensieri e le speranze di un immaginario ergastolano, che dalla finestra della sua cella guarda una sconosciuta che vive poco lontano. Sogna di lei e con lei, innamorandosene. Un amore tenero e poetico, fatto di nuvole. Gli anni passano lunghi come silenzi, e i capelli si fanno bianchi, ma quell'amore sognato non svanisce, resta emozionante come questa canzone.

1 commento:

Leonardo Salvaggio ha detto...

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