19 settembre 2014

EROINA, COMPLOTTISTI E GIOCHI EROTICI





L'avevo sognata sin da quando ero piccolo, l'avevo desiderata nei lunghi pomeriggi adolescenziali (quelli in cui a farti compagnia c'era solo Postalmarket), l'avevo rincorsa negli anni, lei più grande e bella come Ursula Andress quando esce dalle acque di uno 007 ormai troppo lontano.
Luigi mi diceva, un po' acido e con l'aria di chi la sa lunga, "Guarda che quella è meglio se la lasci perdere, vai a farti male", ma a certi desideri non puoi resistere, devi annegarci dentro. Valeria accettò di uscire con me dopo mille proposte, quando avevo venticinque anni, e al solo pensiero vibravo di piacere. Lavai l'auto, tirai fuori la camicia nuova e il dopobarba delle grandi occasioni. Tappetini nuovi, arbre magique, deodorante appena preso che fa molto chic... No, non era così, ma ci andava vicino. Arrivai puntuale, non volevo sembrare lo sfigatello arrapato che venti minuti prima è già sotto casa sua (ma lo ero). Lei uscì in un abitino rosso, con un filo d'oro al collo e un tacco 12 da togliere il fiato: non sapevo dove guardare...
La portai a cena sul lungomare. Arrivati al dessert si avvicinò al mio orecchio e mi sussurrò "Ho voglia di te" e il tiramisù mi andò di traverso. Fu molto bello farlo di fronte al mare, io avevo gli occhi a cuoricino come Gigi la Trottola quando guardava Annina. Non durò molto.

         LE LEGGENDE METROPOLITANE DELLA MUSICA di Antonello Vanzelli

"Sei bravo, mi è piaciuto. Che ne dici se qualche volta lo facciamo in tre con un mio caro amico?"
La riaccompagnai a casa senza dire molto altro. "Va tutto bene?", chiese e io alzai lo stereo, facendo un cenno freddo col capo. Mi baciò sulla guancia e andò via, per sempre.
Arrivai a casa, c'era Luigi che mi aspettava con due birre. Guardò il mio viso e capì, e non ci fu bisogno di dire altro.

Nei paesi ne girano spesso di voci, chiacchiere dette a mezza voce che diventano piccole leggende, che crescono passando di bocca in bocca. Le voci su Valeria erano tutte vere, ma si, dovevo annegarci dentro per capirlo.
Nella musica spesso si annega in storie identiche, prive di fondamento, ma che col tempo misteriosamente si fortificano. Un esempio? Le dicerie che riguarderebbero "Per Elisa", la canzone cantata da Alice e scritta con Franco Battiato e Giusto Pio. Il testo narra di Elisa, che ha portato via l'uomo ad un'altra. Per molti Elisa sarebbe al contrario l'eroina, come trasparirebbe da alcuni passaggi:
"ti lascia e ti riprende solo quando vuole lei" e "riesce solo a farti male".
Battiato non ha mai del tutto chiarito, raccontando che più che l'eroina, le sue esperienze migliori le ha avute con gli allucinogeni:
"Ho fatto un'esperienza per ogni tipo di droga. La mescalina è stata la più sensazionale, con visioni eccezionali! Naturalmente la fase calante di simili esperienze è talmente tragica da scoraggiare chiunque all'uso degli allucinogeni. (...) Che l'additivo chimico potesse stimolare la creazione musicale è stato un grande equivoco. Alcuni amici scrivevano poesie sotto l'effetto della cocaina ed erano poesie orrende. L'indomani se ne dovevano accorgere per forza. Era un'illusione momentanea. Insomma: non c'è niente da fare, ognuno è quello che è e non sono certo gli stupefacenti a fargli produrre capolavori visionari." Da "Tecnica mista su tappeto" di Franco Pulcini (EDT, 1992)

Il punto sarebbe rimasto interrogativo, se non fosse che ci ha pensato la stessa Alice a chiudere ogni dubbio, in un'intervista a Ondarock. Ecco cosa ha raccontato:
"Non l'ho scritta pensando alla droga. Eppure ho ricevuto lettere meravigliose di ragazzi che mi hanno scritto di aver smesso di drogarsi dopo aver ascoltato la mia canzone. Può sembrare strano ma, in fondo, perché dubitare che fosse vero? Un brano può essere stato scritto con una certa intenzione ed essere poi letto in un altro modo. È il bello della musica: significa che qualcosa è riuscita a passare attraverso di te."
Un'altra pagina del libro delle leggende da voltare.


Nelle ultime settimane su Facebook c'è stato un diluvio di condivisioni riguardanti un video riguardante Carmen Consoli. L'intervista è stata pubblicata sul social network da tale Eugenio Sciacca, e ha avuto l'incredibile cifra di 17 mila condivisioni. Secondo Sciacca, la Consoli sarebbe sparita dalle scene perché in quell'intervista attacca Berlusconi e dice che in Italia ci beviamo favole come quella che la Madonna fosse vergine. O meglio, sarebbe stata fatta fuori da chissà quali poteri.
Ponendo intanto che l'intervista è vecchia di anni, non credo a queste baggianate, che fanno il paio con le dicerie che la vorrebbero essere lesbica (saranno o no fatti suoi?).
La Consoli non ha mai avuto peli sulla lingua, e come lei tanti altri artisti nazionali che continuano tranquillamente a fare musica. Diciamo la verità, le ultime produzioni musicali della cantantessa sono state altalenanti e nessuno l'ha fatta fuori. E' lei che si è presa del tempo per la sua vita privata, dedicandosi al bambino nato nel marzo del 2013. Altrimenti come si spiegherebbe il fatto che fra poco uscirà il suo nuovo album di inediti? I poteri occulti le hanno nuovamente concesso il permesso?


C'è una canzone di Frank Zappa che non in tanti conoscono e che fa riferimento ad una delle tante leggende che circondano i Led Zeppelin. Si chiama "The Mud Shark" e fa riferimento a quello che avvenne nel luglio del 1969 in quel di Seattle. L'Edgewater Inn era - è - un hotel sul mare, sulla Baia di Elliott, e dalle sue finestre era consentito pescare. Quella sera vi soggiornavano i membri degli Zeppelin ma anche i Vanilla Fudge, altra grande - e troppo poco considerata - rock band.
Inutile dire che si portarono in camera una groupie dai capelli rossi, vogliosa e bendisposta ad assecondare le voglie dei vari musicisti. Quello che non sapeva è che dopo aver soddisfatto le loro voglie, questi avrebbero usato pezzi di squalo per penetrarla in ogni orifizio possibile... Avete capito bene, pezzi di uno squaletto.
L'episodio è stato riportato dal giornalista rock Stephen Davis e dal road manager degli Zeppelin Richard Cole, e nessuno lo ha mai smentito. In questo caso non c'è nessuna leggenda metropolitana, è tutto vero. Ne girano tuttavia parecchie versioni: non sarebbe stato un piccolo squalo, ma un dentice; altri dicono si trattasse di una piovra. E per quanto sia stato attrabuito agli Zeppelin, sembra che fossero più i membri dei Vanilla Fudge che degli Zeppelin quelli presenti al giochetto erotico. Non sapremo mai come sono andate sul serio le cose, ma in quegli anni si sono divertiti un bel po'...

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