La banana di Andy Warhol. Il prisma d'arcobaleno dei Pink Floyd. Il neonato che nuota verso il dollaro dei Nirvana. Il basso dei Clash un attimo prima della morte. Non esistono, sono solo immagini fatte di nuvole e polvere. "Abbey Road" invece esiste, è una copertina vivente, respira ancora. E dire che nacque per caso: l'album si sarebbe dovuto intitolare "Everest" (dalla marca di sigarette fumate dal loro fonico) e la copertina - nelle idee di Paul McCartney - avrebbe dovuto raffigurare i Beatles all'ombra dell'imponente montagna. Ringo Starr però si oppose, non aveva alcuna voglia di andare dall'altra parte del mondo a scattare una foto. George e John erano l'ago della bilancia, ma non sapevano decidere da quale parte stare.
"Ma se non andiamo sull'Himalaya a scattarla, dimmi tu dove la facciamo...", chiese Paul.
E Ringo: "Usciamo in strada e intitoliamo l'album 'Abbey Road'". Il resto è storia.
ABBEY ROAD - BEATLES di A. Vanzelli e A. Chimenti